BERBERI

Abitanti originari dell'Africa settentrionale diffusi dalla Mauritania sino all'oasi egiziana di Siwa. Il nome, arabo, deriva dal greco barbaroi (stranieri), ma essi si designano come amazigh (uomini liberi). Nell'antichità furono conosciuti con i nomi di nazamoni, garamanti, numidi, getuli e mauri. Uniti dall'uso di una stessa lingua sia pure articolata in svariati dialetti ammontano oggi a circa 10 milioni particolarmente concentrati in Marocco, Tunisia, Libia e Algeria, ove i loro diritti di minoranza linguistica vengono espressamente tutelati. Convertitisi rapidamente all'Islam, a partire dall'VIII secolo parteciparono alla conquista musulmana della Spagna. Tra l'XI e il XIII secolo con gli Almoravidi e gli Almohadi dinastie di origine berbera toccarono il culmine della potenza, dando vita a un sistema imperiale in grado di contendere l'egemonia in ambito islamico agli stessi califfi abbasidi di Baghdad. In seguito non furono però più capaci di realizzare alcun progetto politico unitario, e anzi, divisi tra diverse entità amministrative (le reggenze barbaresche e i possedimenti del sultano marocchino), si lacerarono in numerose rivalità intertribali. In epoca coloniale, per rafforzare il controllo sulle popolazioni soggette, la Francia, particolarmente in Marocco, cercò di contrapporli agli arabi, ma senza grandi risultati. Le due etnie infatti, accomunate dall'appartenenza all'Islam, manifestarono una decisa opposizione alla dominazione straniera.
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